Don Tonino per una nuova formazione manageriale

Dalle strategie di mercato, dall’efficienza della produzione, dalla qualità totale, dal controllo di gestione…all’Uomo.

E se inserissimo nella lista dei bisogni aziendali uno perpetuo, quotidiano, comune, sempre presente, minimo comune denominatore vissuto da tutti gli uomini e le donne in ogni realtà aziendale e in ogni luogo?

Il bisogno di amore

 

Come avvicinare, fondere e curare questa voglia di amore con il mondo aziendale?

Non è cosa facile.

Significa convertire l’orientamento del management.

Significa introdurre uno stile di accoglienza.

Un riconoscimento dell’altro che faccia da sottofondo e da humus alla gestione classica aziendale.

Significa rinnovare gli schemi organizzativi.

Significa concentrarsi non solo sui processi produttivi, economici, finanziari, commerciali ma, con priorità, sulle relazioni umane e sui valori.

La cura degli incontri e delle relazioni porteranno un significato nuovo ai luoghi anche alle aziende, industrie, banche ……

Un significato etico

Riporto uno scritto di don Tonino Bello tratto da “Senza misura” (ed. la meridiana 1993) che si intitola Le Sentinelle della città.

E’ un messaggio rivolto ai professionisti con il quale farò un tentativo di comparazione e trasposizione.

Affiancherò alla parola città le parole azienda, industria, …

Ve lo propongo cosi affinché il significato etico del luogo ci porti a dare importanza a tutti i luoghi e non solamente ad alcuni e a sottolineare che è la persona che fa il luogo profano o sacro.

“A voi che siete abituati a riflettere un pochino più degli altri, che leggete di più, che ascoltate di più, a voi uomini di cultura, uomini del libro e della routine quotidiana, a voi sentinelle della città (azienda, industria, ..) vorrei porre questa domanda: dove va la nostra città (azienda, industria, ..)? Dove stiamo andando?

…………………………

In fatto di vita spirituale, di vita religiosa c’è molta esteriorità. C’è molta voglia di sacro nella nostra città (azienda, industria, ..) ma poco desiderio di santità. Il sacro è una tintura che noi mettiamo all’esterno secondo i nostri gusti. Santità invece è vita interiore, è ascolto, è voglia di attingere alle falde freatiche profonde dove scorre l’acqua del silenzio, dei grandi valori della vita, della contemplazione, dello stupore, dell’amore per le cose, del rispetto degli altri, dell’amore per Dio e della polarizzazione della propria vita attorno a Lui. Questa è santità………….

Siate voi i promotori della santità. Io mi appello a quella santità laica di cui tutti quanti voi potete essere fornitori, protagonisti e propositori La santità laica, i valori del Vangelo che poi sono i valori che si sprigionano dalle viscere della terra

La solidarietà. La solidarietà non intesa come vago sentimento adolescenziale, ma come farsi carico delle sofferenze degli altri, le sofferenze della città (azienda, industria, …) .

La trasparenza. La trasparenza della vita perché non ci siano fratture tra l’audio e il video. C’è molto audio nelle nostre chiese. Ma di video ce ne è poco; si sente bene, ma il video è a strisce; ci sono delle interferenze.

L’accettazione dell’altro. La ricerca dell’altro.

Capite allora? Provocare dalle viscere del territorio (azienda, industria, ..) questa esemplarità. Questo è promozione nuova per la città (azienda, industria, ..). La santità laica, la promozione di questi valori. Che i vostri figli apprendano da voi quelle fierezze che fanno l’uomo grande, quelle fierezze umane; quelle indipendenze interiori, quei riconoscimenti di subalternità solo dinanzi a Dio. Servi di tutti ma schiavi di nessuno. Protesi in questo servizio straordinario dell’uomo. Quanto merito vi troverete per essere stati promotori di questa santità urbana (aziendale), di questa santità laica, democratizzata, diffusa.

 

La città (azienda, industria, ..) langue di interiorità.

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